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Monte Tudaio (2140m)

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Monte Tudaio (2140m)
Gruppo davanti Forte Tudaio

Descrizione:  Piniè (897m)- Chalet “Pino Solitario”(878m) – Loc. Giao De Ciriè – CAI 339 – El Bus 1550m (Casermetta)- Col D’ Elma- Pian De le Mede- Col Muto – Monte Tudaio (2140m)

Gruppo: Alpi Orientali – Alpi Carniche – Gruppo Catena Carnica (BL)
Dislivello di salita: 1262 m
Tempo di salita: 4 h + 3 h di discesa
Cartografia: TABACCO N. 016 – Dolomiti del Centro Cadore 1:25000

Domenica 13 novembre 2016. Dal Centro Cadore, in Località Tre Ponte, dove il Piave confluisce nel torrente Ansiei, si accede alle case di Pinié e poi per stradina asfaltata, si raggiunge lo Chalet “Pino Solitario” e il parcheggio più a Nord, dove s´imbocca a piedi la stradina segnavia CAI-339 a quota 897 metri.
Traversato il torrente ghiaioso della Val de Ciarié, passiamo sotto una palestra di roccia attrezzata e si incomincia a risalire i 18 tornanti ripidi ma larghi del costone Occidentale del Tudaio.

Dopo le prime curve e una breve galleria, si giunge al Pian de Liberal e si prosegue fino ad un secondo pianoro a quota 1551 : “La Busa”, dove emergono i resti di una casermetta senza tetto . Ci fermiamo per una breve sosta , le temperature sono invernali e il te caldo ci conforta. Da allora Incontriamo un po’ di neve che ci accompagnerà fino alla Cima con uno spessore di pochi centimetri.
La stradina si fa un po’ meno ripida e con meno tornanti, sorpassa altre due gallerie, raggiunge il Pian de le Mede e tocca un´altra galleria presso il Col Muto. Dai due finestroni interni si gode una bella vista sulla Val Ansiei, Auronzo, il Comelico, i paesi di Vigo e Laggio Di Cadore e verso Sud Domegge e il Lago del Centro Cadore. Il cielo è coperto da leggeri strati di nuvole alte, ma la visibilità intorno a noi è ottima. Verso mezzogiorno, si sentono i tamburi di qualche fanfara, ci sarà una festa qua sotto a Vigo -Lorenzago Di Cadore ?
Si supera un´ultima galleria, fino alla spianata antistante il forte. Un´ultima, breve galleria permette di entrare nell´edificio, dal quale si apre un vasto e istruttivo panorama sul Cadore e sul Comelico. La cima è deturpata da antenne e ripetitori radiotelevisivi, ma costituisce un singolare balcone su un meraviglioso panorama dolomitico. Di fronte a noi a Est, svetta la Cima Bragagnina (2281m) che si prolunga con la catena del Gruppo Crissin, Vallgrande, Pupera, Brentoni e Cornon. Da quassù merita anche riflettere sui fatti della storia. Lungo la salita, priva di difficoltà che non siano la lunghezza e il dislivello, entrambi piuttosto cospicui e che richiedono un minimo di allenamento, numerose tabelle segnaletiche offrono informazioni storiche e ambientali.
Iniziamo la discesa e ci fermiamo all’ imbocco della prima galleria per restaurarsi e scattare la foto di gruppo.
La discesa, forse un po’ monotona dai tornanti stradali è rallegrata dalla buona compagnia e dal panorama soprattutto verso la Val Ansiei e in fondo le Tre Cime di Lavaredo che coronano le altre cime Dolomitiche, un sole debole illumina questo stupefacente scenario.
Finiamo la giornata con i piedi sotto un tavolo, al ristorante Chalet “Pino Solitario” con una pasta all’ arrabbiata e il caffe finale.

 

Storia: Rivestito di vegetazione e di scarsa rilevanza alpinistica, il Tudaio è il primo di una lunga catena di contrafforti dolomitici che fa parte delle Alpi Carniche, scandita dalla Bragagnina, Crissin, Pupera Valgrande, Brentoni e Cornon. Nel 1909/1912, sulle sue pendici W-S i genieri con operai locali costruirono un´ardita strada, lunga 8,3 km, per il transito delle artiglierie. Sulla vetta nel 1911/1915 sorse un grande forte, il cui cuore era costituito da una batteria dotata di 4 cannoni. L´apparato, protetto da una tripla cinta difensiva e servito da due teleferiche, avrebbe dovuto permettere a 200 uomini una resistenza ad oltranza, anche in caso di invasione nemica del Cadore. Fin dai primi giorni della Grande Guerra il forte fu tagliato fuori dalle operazioni, perchè troppo distante dalla prima linea. Divenuto di nuovo importante durante la ritirata di Caporetto, il 7.11.1917 entrò in azione sparando sulle truppe austriache giunte ad Auronzo e Santo Stefano, ma lo scarso esito dell´operazione indusse la guarnigione ad abbandonare l´opera dopo un sommario danneggiamento delle bocche da fuoco. Tra il 18 e il 26.10.1918, al momento di ritirarsi, gli austriaci distrussero il forte con robuste cariche di esplosivo. (testo Comelico Trekking).

RITROVATE LE ESCURSIONI DI “COMELICO TREKKING” SUL CANALE YOUTUBE :

 

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