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Monte Tudaio (2140m)

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Monte Tudaio (2140m)
Gruppo davanti Forte Tudaio

Descrizione:  Piniè (897m)- Chalet “Pino Solitario”(878m) – Loc. Giao De Ciriè – CAI 339 – El Bus 1550m (Casermetta)- Col D’ Elma- Pian De le Mede- Col Muto – Monte Tudaio (2140m)

Gruppo: Alpi Orientali – Alpi Carniche – Gruppo Catena Carnica (BL)
Dislivello di salita: 1262 m
Tempo di salita: 4 h + 3 h di discesa
Cartografia: TABACCO N. 016 – Dolomiti del Centro Cadore 1:25000

Domenica 13 novembre 2016. Dal Centro Cadore, in Località Tre Ponte, dove il Piave confluisce nel torrente Ansiei, si accede alle case di Pinié e poi per stradina asfaltata, si raggiunge lo Chalet “Pino Solitario” e il parcheggio più a Nord, dove s´imbocca a piedi la stradina segnavia CAI-339 a quota 897 metri.
Traversato il torrente ghiaioso della Val de Ciarié, passiamo sotto una palestra di roccia attrezzata e si incomincia a risalire i 18 tornanti ripidi ma larghi del costone Occidentale del Tudaio.

Dopo le prime curve e una breve galleria, si giunge al Pian de Liberal e si prosegue fino ad un secondo pianoro a quota 1551 : “La Busa”, dove emergono i resti di una casermetta senza tetto . Ci fermiamo per una breve sosta , le temperature sono invernali e il te caldo ci conforta. Da allora Incontriamo un po’ di neve che ci accompagnerà fino alla Cima con uno spessore di pochi centimetri.
La stradina si fa un po’ meno ripida e con meno tornanti, sorpassa altre due gallerie, raggiunge il Pian de le Mede e tocca un´altra galleria presso il Col Muto. Dai due finestroni interni si gode una bella vista sulla Val Ansiei, Auronzo, il Comelico, i paesi di Vigo e Laggio Di Cadore e verso Sud Domegge e il Lago del Centro Cadore. Il cielo è coperto da leggeri strati di nuvole alte, ma la visibilità intorno a noi è ottima. Verso mezzogiorno, si sentono i tamburi di qualche fanfara, ci sarà una festa qua sotto a Vigo -Lorenzago Di Cadore ?
Si supera un´ultima galleria, fino alla spianata antistante il forte. Un´ultima, breve galleria permette di entrare nell´edificio, dal quale si apre un vasto e istruttivo panorama sul Cadore e sul Comelico. La cima è deturpata da antenne e ripetitori radiotelevisivi, ma costituisce un singolare balcone su un meraviglioso panorama dolomitico. Di fronte a noi a Est, svetta la Cima Bragagnina (2281m) che si prolunga con la catena del Gruppo Crissin, Vallgrande, Pupera, Brentoni e Cornon. Da quassù merita anche riflettere sui fatti della storia. Lungo la salita, priva di difficoltà che non siano la lunghezza e il dislivello, entrambi piuttosto cospicui e che richiedono un minimo di allenamento, numerose tabelle segnaletiche offrono informazioni storiche e ambientali.
Iniziamo la discesa e ci fermiamo all’ imbocco della prima galleria per restaurarsi e scattare la foto di gruppo.
La discesa, forse un po’ monotona dai tornanti stradali è rallegrata dalla buona compagnia e dal panorama soprattutto verso la Val Ansiei e in fondo le Tre Cime di Lavaredo che coronano le altre cime Dolomitiche, un sole debole illumina questo stupefacente scenario.
Finiamo la giornata con i piedi sotto un tavolo, al ristorante Chalet “Pino Solitario” con una pasta all’ arrabbiata e il caffe finale.

 

Storia: Rivestito di vegetazione e di scarsa rilevanza alpinistica, il Tudaio è il primo di una lunga catena di contrafforti dolomitici che fa parte delle Alpi Carniche, scandita dalla Bragagnina, Crissin, Pupera Valgrande, Brentoni e Cornon. Nel 1909/1912, sulle sue pendici W-S i genieri con operai locali costruirono un´ardita strada, lunga 8,3 km, per il transito delle artiglierie. Sulla vetta nel 1911/1915 sorse un grande forte, il cui cuore era costituito da una batteria dotata di 4 cannoni. L´apparato, protetto da una tripla cinta difensiva e servito da due teleferiche, avrebbe dovuto permettere a 200 uomini una resistenza ad oltranza, anche in caso di invasione nemica del Cadore. Fin dai primi giorni della Grande Guerra il forte fu tagliato fuori dalle operazioni, perchè troppo distante dalla prima linea. Divenuto di nuovo importante durante la ritirata di Caporetto, il 7.11.1917 entrò in azione sparando sulle truppe austriache giunte ad Auronzo e Santo Stefano, ma lo scarso esito dell´operazione indusse la guarnigione ad abbandonare l´opera dopo un sommario danneggiamento delle bocche da fuoco. Tra il 18 e il 26.10.1918, al momento di ritirarsi, gli austriaci distrussero il forte con robuste cariche di esplosivo. (testo Comelico Trekking).

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Cima Muntejela De Senes (2787m)

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Cima Muntejela De Senes (2787m)
Foto di gruppo Cima Muntejela De Senes (2787m)

ITINERARIO: Rif Ra Stua (1668m) – CAI 6 Val Salata – Rif. Utia De Senes (2116m) – Malga Utia Munt De Senes (2176m) …Sentiero con bolli rossi verso Ovest – Nord di Col Dles Fozores (2357m) – Cresta occidentale e poi Cima Muntejela De Senes (2787m) ……Val De San Berto —Utia Munt De Senes (2176m) – Utia De Senes (2116m) – Pista aerei – CAI 7 (AV1) – 2017m – Rif. Utia de Fodara Vedla (1966m) – CAI 9 – ponticello sul Boite CAI 6 – Rif Ra Stua (1668m).

Dislivello: 1120 metri – Distanza percorsa: 18,6 Km

1° Novembre 2016, destinazione il Parco Nazionale delle Dolomiti D’ Ampezzo. Dalla SS51 sopra Cortina, la strada asfaltata  in località San Uberto è aperta, possiamo portarci fino all’ ampio Piazzale del Rifugio Ra Stua (1668m).
Oggi l’ avvicinamento alla nostra meta è lunga ma riposante su una strada sterrata, su un ampio Altipiano, l’ itinerario è facile, alla portata di tutti.
La cima Muntejela De Senes (2787 m) è già visibile poco dopo in lontananza, dal Vallon Scuro alla Val Salata, è indicato una “scorciatoia” che evita una lunga deviazione stradale, fino al Rifugio Sennes (2116m). Poi alla Malga Rifugio Munte De Sennes (2176m), finisce la stradina, ci si abbassa leggermente di quota per proseguire dentro uno strano “avvallamento”, una particolare trincea. Poi passiamo, sulla nostra sinistra, sotto una particolare montagna con i piani stratigrafici inclinati quasi alla verticale, prima di affrontare a quota circa 2350 m, il ghiaione della nostra cima. Ci sono parecchi camosci lì, all’ ombra e per le creste. Adesso la salita si fa più impegnativa fino dopo un salto breve di roccia (2580m) ci ritroviamo sulla cresta Sud Orientale del Monte Sennes, che prima vedevamo in lontananza leggermente innevata.
La quota si fa sentire, è faticoso camminare su questo prato fino alla cima, che si raggiunge rapidamente dopo le ultime facili roccette. Il panorama è straordinario, nel cuore delle Dolomiti D’ Ampezzo, il cielo azzurro ci accompagna e siamo di nuovo fortunati per la stazione avanzata.
Il ritorno al rifugio Ra Stua, non da difficoltà e ci fermiamo per brindare alla nuova cima appena conquistata. Parliamo della stagione invernale ormai alle porte e alle uscite di sci-alpinismo. E’ l’ ultimo giorno di apertura stagionale del rifugio e un tiro di petardi accoglie festosamente la nostra partenza.

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Cime Monte Brentoni

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Cime Monte Brentoni
Gruppo Comelico Trekking sui Brentoni

ITINERARIO: Park Val Piova SP-619 (1776m)-CAI-382- Forc. Losco(1783m)- Forc. Camporosso (1913m)-CAI-328-Forc. Brentoni (2400m)-Cima Bentoni Ovest(2547m)-2513m- Cima Brentoni Principale (2548m)-Forc. Camporosso (1913m) – Forc. Losco(1783m)-Park (1776m).

Gruppo: Alpi Orientali – Alpi Carniche – Gruppo Terze Clap in provincia di Belluno
Dislivello di salita: 750 m
Tempo di salita: 2,30 h – Totale: 4,30 h
Difficoltà: E – AR – II – PD (scala difficoltà)
Cartografia: TABACCO N. 02 “Forni di Sopra Ampezzo Sauris Val Tagliamento” 1:25000
Questa salita consente di toccare la cima più elevata del piccolo gruppo dolomitico dei Brentoni, posto fra il Cadore e la Carnia. Oltre ad interessanti escursioni e traversate, il gruppo offre alcuni itinerari di arrampicata di difficoltà medio-bassa su roccia abbastanza buona, con approcci comodi e agevoli. La traversata proposta permette di conoscere la cima, panoramica e inserita in un ambiente solitario e poco sfruttato.
Domenica 30 ottobre 2016, con il gruppo “Comelico Trekking” andiamo alla svolta della nostra meta per la strada SP-619 che dal Cadore porta da sopra l’ abitato di Vigo Di Cadore, a Casera Razzo per la Val Piova. Ci fermiamo un po’ prima del Valico di Ciampigotto, e imbocchiamo a piedi il sentiero CAI-332 a quota circa 1776 metri.
Alla mattina i colori autunnali di boschi e larici gialli si fanno apprezzare. Ben presto si presenta a noi dalla parte opposta della valle il gruppo dei Brentoni-monte Pupera-Valgrande nelle Alpi Carniche con tutto il suo splendore. La descrizione dettagliata dell’ itinerario si trova nel numero 202a della guida “Alpi Carniche 2” di A. De Rovere e M. Di Gallo, CAI-TCI 1995.
Attraversiamo il fondo valle del Rio Acqua Bona fino alla Forcella Camporosso (1913m) per iniziare a risalire per il sentiero CAI-328, tranquillamente tra boschi di abeti ingialliti dalla stagione inoltrata e aperte praterie. Da quota 2074 metri, abbandoniamo il sentiero ufficiale CAI-328 per la via normale ai Brentoni, che si inerpica con numerosi zig-zag con pendenza assolutamente regolare e tranquilla. Al bivio all’ incirca 2222 metri di quota, comincia la parte rocciosa, con tratti inizialmente di facili saltini rocciosi, proseguiamo seguendo i bolli rossi prima in direzione Nord Occidentale su una ampia cengia-rampa, poi in direzione decisa Nord-Est.
Alla piccola forcella verso 2400 metri di quota, inizia la difficoltà maggiore, un canalino ombreggiato, la cui corda fissa gelida, ci da la possibilità di muoversi con maggiore sicurezza per questo passaggio di secondo grado.
Bisogna muovere le dita oppure avere i guanti per il freddo alle mani. Finalmente a quota sopra i 2485 metri, sbuchiamo al sole e raggiungiamo rapidamente la vetta.
Troviamo un gruppo numerosissimo di giovani aspiranti alpinisti del 34° Corso Base A1 di Alpinismo C.A.I. Mestre Scuola di Montagna “Cesare Capuis” ( http://www.caimestre.it), intenti a salire dal versante Orientale.
La croce di vetta è semplice di legno e facciamo la foto ricordo, è bello, il cielo azzurro e la temperatura ideale e stranamente mite per la stagione.
I più arditi tra di noi, guidati da Lelio raggiungono la cima Principale adiacente, che culmina a 2548 metri, un metro più alto. Bisogna abbassarsi a circa quota 2513 metri per roccette e ghiaia sospesa pericolosa, occorre avere equilibrio estremo e piede sicuro! Crestina, passaggio aereo e poi la salita molto breve alla vetta principale, è un arrampicata facile di secondo grado, ma attenzione per l’ esposizione !
La discesa dalla cima Occidentale viene effettuata per la lunga cresta Sud-Orientale con passaggi di primo grado. E stata attrezzata una corda fissa per il tratto più difficile. A quota circa 2222 m, chiudiamo finalmente l’ anello e e scendiamo con più serenità il sentiero CAI a zig-zag, contenti di avere compiuto la nostra missione.
In conclusione, è stata una bella e divertente traversata, al limite superiore dell´escursionismo, su roccia buona. Ad alpinisti esperti e allenati non necessitano attrezzature specifiche. Occorre fare attenzione in discesa, specialmente per non smuovere sassi dall´alto, l’ uso del caschetto sarebbe consigliabile. Dalla vetta si apre un bel panorama sulle Alpi Carniche, le Dolomiti del Comelico e quelle Ampezzane. La zona alpinisticamente è poco frequentata.
Ci aspetta la spaghettata alla matriciana, ben meritata, in un’ ambiente caloroso al Rifugio Tenente Fabbro ( 1783m) del Valico Di Ciampigotto.

 

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Percorso artistico di Valle Sella e Borgo Valsugana.

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Percorso artistico di Valle Sella e Borgo Valsugana.
Sono ancora aperte le iscrizioni alla gita sociale di fine anno con il C.A.I. di Belluno! Due piacevoli e facili passeggiate – adatte proprio a tutti – e un intermezzo enogastronomico. Iscrizioni al Negozio Mazzonetto in Via Vittorio Veneto a Belluno.
Programma: Partenza da Piazzale Resistenza in corriera: una volta giunti in Valle Sella (laterale della Valsugana), dal parcheggio presso il Ristorante “Al Legno” percorreremo l’itinerario denominato Arte Natura. Si tratta di un percorso nel bosco della lunghezza di circa 3 km sul versante Sud del Monte Armentera lungo il quale si trovano numerose opere di artisti nazionali ed internazionali. Le installazioni sono sia lungo il sentiero che nel bosco circostante. Una volta giunti a Malga Costa ci fermeremo per una breve sosta al Punto Ristoro dall’Ersilia, quindi torneremo al punto di partenza lungo la strada carrozzabile. Sosta per il pranzo al Ristorante “Al Legno”. Risaliti in corriera, ci dirigeremo a Borgo Valsugana e da qui, a piedi, a Castel Telvana, che aggireremo fino a portarci a Telve di Sopra percorrendo una parte del Sentiero dei Castelli. Dalla frazione di Telve torneremo quindi a Borgo Valsugana con un itinerario ad anello.Per il Gruppo Straki, è possibile accorciare l’escursione percorrendo solo il tratto fino a Castel Telvana ed effettuare la visita del centro storico di Borgo Valsugana. Si segnala la presenza in centro della “Mostra Permanente della Grande Guerra in Valsugana e sul Lagorai” (www.mostradiborgo.it).Partenza: ore 7.30 dal Piazzale della Resistenza (stadio) a Belluno – Rientro previsto nel tardo pomeriggio. Dislivello: 450 m (Borgo – Telve) – Tempo totale di percorrenza circa 2 + 3 ore. Difficoltà: E (Escursionistico)Iscrizioni: aperte a soci CAI e NON SOCI. Presso Negozio Mazzonetto in Via  Vittorio Veneto a Belluno (Telef. 0437 940497) – La quota di iscrizione è fissata in SOCI euro 40,00 – NON SOCI euro 47,00 (la quota comprende il viaggio a/r in corriera e il pranzo con antipasto, bis di primi, dolce della casa, acqua, vino rosso, caffè). Non si accettano iscrizioni senza il versamento della quota.Accompagnatori: Barbara Foggiato (340-400.45.68) Lara Funes (342-10.60.880) Ortensia Baggio (328-81.79.286).
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Col Quaternà in invernale

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Col Quaternà in invernale

ITINERARIO: Passo Montecroce Comelico (1636m) – CAI-131 – Ponticello a“Palu Alta”,  (1812m)- CAI-13 – Rio Di Pulla (1860m)- Rif. Malga Nemes (1877m)-Pian Di Mazzes-CAI-146-Rio Cor(1921m)-Hirtenhutte (2022m)-Passo Silvella (2329m)-CAI-148- Sella Del Quaterna (2379m)-Col Quaterna(2503m)-CAI-173(2317m)-Bivio La Punta (2053m)-CAI-149-Casera Rinfreddo (1887m)-Casera Coltronto (1879m)-CAI-156- Laghetto (1902m)-Rifugio Malga Nemes (1877m)-CAI-13-CAI-131-Passo Montecroce Comelico (1636m).
Dislivello: 870 m
Distanza totale: 21,5 Km
Domenica 23 novembre 2016, Siamo al passo Montecroce Comelico, confine tra le regioni Veneto e Trentino Alto Adige, e facciamo un giro ad anello con ascesa al Col Quaternà , vecchio vulcano estinto (neck) . Imbocchiamo il sentiero CAI-131 per comoda stradina, in leggera salita fino a quota circa 1812 m un lungo ponticello di legno ci permette di superare una zona perennemente paludosa “Palu Alta”, per procedere poi per la stradina sentiero CAI-13, Il ponticello sul Rio Di Pulla (1860m), saliamo al Pian Di Mazzes (1890m) dove si trovavano anticamente fienili e attività pastorale, e si apre il panorama sulle Cime circostanti, è ancora bel tempo, la temperatura mite, giusta per una escursione autunnale.
Procediamo per Il CAI-146, sempre per stradina comodissima si supera il torrente Rio Cor (1922m) per proseguire la strada in Val Vallorera, fino alla piccola capanna isolata “Hirjen Hutte” a quota 2022m.
D’ ora in poi, è un sentierino che sale a serpentine alto nella valle.
Siamo appena dietro alle creste di confine, alla nostra sinistra il Monte Rosso (2390 m verso Nord) imbiancato già dalla neve.
Davanti a noi, quindi verso Est, la Cima Vanscuro (Pfannspitze) e il Monte Cavallino- Gruppo Kinigat (2689m), coperte integralmente dal bianco candore della neve. Superati i 2000 metri calpestiamo una neve fresca , si cammina bene non è per nulla ghiacciato.
Raggiungiamo il Passo Silvella o Kniebergsattel (2329 m), per una breve sosta con bevande calde. Poi dalla Sella del Quaternà (2379m), saliamo decisi per la cresta Sud-Orientale sul Col Quaternà, fino a raggiungere rapidamente la Cima del Col Quaterna (2503m) o Knieberg , che offre già una vista panoramica e meravigliosa a 360 gradi.
E freddo e il cielo e i monti sopra la Val Comelico si coprono rapidamente.
Foto rituali, abbracci, scendiamo rapidamente fino alla Sella poi per i lunghi zig-zag del sentiero CAI-173 fino alla Località La Punta (2053m), prendiamo a destra, verso Ovest la strada ormai larga CAI-149 fino alla Casera Rinfreddo (18887m) dove prendiamo una bevanda calda gradita a tutti, poi seconda tappa alla Casera Coltrondo (1879m).
Per evitare la monotonia della strada principale, proseguiamo per il CAI-156 verso Nord, passando davanti a un laghetto in quota (1902 m), fino a raggiungere di nuovo, dopo l’ avvallamento del torrente Padola, il Rifugio Malga Nemes (1877m), poi per CAI-13, CAI-131 fino al Passo Montecroce Comelico.

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Monte Serla (2378m) con il C.A.I. di Belluno

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Monte Serla (2378m) con il C.A.I. di Belluno
Gruppo CAI BL Sul Monte Serla 2016

Itinerario: Park(1265m)- CAI14- Malga Serla (1720m)-“Sarlbach” – CAI33 AV3 -Passo Serla(2099m) – Baita (2110m) -Monte Lungo “Lungkofel” (2282m)- Forc. Serla (2338m)-Monte Serla (2378m)-Forc. Serla (2338m)-2175m: fuori sentiero per Rio Serla- Malga Serla (1720m)-Park(1265m)

Dislivello: 1100 m – Tempo totale di percorrenza circa 5 ore più le soste

Difficoltà: EE (Escursionisti Esperti)

Domenica 16 ottobre 2016, lasciamo le macchine (1285m) In Val Del Landro, lungo la strada che porta a Tobbiaco (Tobblach) . Il tempo uggioso non promette molto, la nebbia è fitta. Prendiamo il sentiero CAI-14 , dopo la centrale idro-elettrica inizia la salita ripidissima, ha una pendenza di circa 33% (calcolato grazie al GPS), dopo accertamenti risulta che una volta c’ erano diverse curve, sembra che sia stata ridisegnata con una riga.

Giungiamo alla prima nostra tappa, Malga Serla (1720m) che ci appare spettrale ma la luce solare inizia a filtrare attraverso la nebbia.

I prati della Malga e le cime del Serla ci appaiono progressivamente con tutta la loro bellezza autunnale, camminiamo in piano e con salite molto blande prima per il bosco di conifere poi per praterie sempre più aperte, fino al Passo Serla (2099m) e percorriamo il sentiero CAI-33, comune all’ Alta Via delle Dolomiti N° 3. Siamo ormai in cresta lasciandoci ammirare le creste di confine, le cime innevate dell’ Austria verso Nord. Lo spettacolo da sotto non è da meno, un mare di nuvole biancastre come il latte avvolge ancora la Val Pusteria, immediatamente sopra il cielo è azzurro profondo.

Sostiamo alla Baita (2110 m) dove la Luigina ci prepara come da tradizione con il CAI di Belluno, il caffe caldo preparato con la moka.

Ripartiamo per la prima Cima facile, il “Lungkofel” o Monte Lungo (2282m).

Riscendiamo a quota circa 2120m e proseguiamo per Forcella Serla (2338 m) dove scende vertiginoso il sentiero per Tobbiaco. Continuiamo prima per un buon sentiero largo ma “aereo” e giungere a una catena a circa 2250m messa come scorri mano a superare un tratto corto di roccette verticale. Ormai il Monte Serla si conquista senza difficoltà alpinistiche e siamo a quota 2378 m. Stiamo bene, il sole è forte e scalda. Sostiamo per il pranzo a sacco e il mitico caffe della Luigina! Si gode di un’ottima vista sul versante occidentale delle Dolomiti di Sesto (val dei Baranci, Alpe delle Pecore), sul Picco di Vallandro e sul versante nord della Croda Rossa d’Ampezzo, sulle Cime di Braies e sui Colli Alti.

Scendiamo senza fretta per poi a quota 2175m circa , abbandonare il sentiero ufficiale per la scorciatoia della Valle del torrente Serla, abbandoniamo il letto del torrente salendo per la dorsale e raggiungere finalmente la Malga Serla. Ormai dobbiamo affrontare la ripidissima discesa per la mulattiera fino al punto dove abbiamo abbandonare le macchine.

 

 

 

 

http://www.caibelluno.it/?news_reader+news=escursionismo_monte_serla

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Monte Arnese (2550m)

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Monte Arnese (2550m)
Gruppo "Comelico Trekking in cima al Monte Arnese (2550 m)

Itinerario: Passo Montecroce Comelico (1636m) – CAI-131-CAI-133 – Malga Klammbach (1944m) – CAI-134- Monte Arnese(2550m)- Malga Klammbach (1944m)- CAI-13- Untere Pulla- Rio Di Pulla- Rif. Malga Alpe Di Nemes (1877m)- Passo Montecroce Comelico (1636m).
Dislivello: circa 1100 m – Distanza totale: 22 Km.
Domenica 9 ottobre 2016, ci troviamo di nuovo con gli amici del gruppo “Comelico Trekking”; dal Passo Montecroce Comelico (1636m) imbocchiamo il sentiero CAI-131, e superiamo una zona paludosa grazie a una lunga passerella di legno.
Proseguiamo fino a Malga Klammbach (1944 m), Il meteo è discreto, fa freddo e nuvoloso, ma continuiamo a sperare in qualche schiarita che verrà in mattinata ma molto timidamente. Incontriamo già un primo gruppo di turisti di lingua tedesca a Malga Klammbach, ma li lasciamo rapidamente per la nostra destinazione: il Monte Arnese. Dopo una serie di tornanti per la mulattiera, troviamo il bivio per la salita  a 2220 metri circa . Il tempo è freddo e cadono sempre di più piccoli cristalli di ghiaccio. Incrociamo parecchi altri escursionisti, per la maggiore parte Tedesca preparati come noi, alle condizioni avverse del tempo. Guanti, giacca, impermeabili, in fila ci sembra quasi di partecipare a una spedizione alpinistica. Alle ore 12h20, giungiamo alla Cima del Monte Arnese (2550 m), sulla cresta di confine tra Italia e Austria. Verso Nord, tra i banchi di nebbia scopriamo la cittadina di Sillian. Foto tradizionale di gruppo, mangiato qualcosa di veloce, fa freddo, non siamo più abituati a certe temperature !
Scendiamo rapidamente al bivio della Malga Klammbach decidiamo per allungare un po’ il giro di proseguire per un anello verso est per il percorso alto fino alla Valle del Rio di Pulla, e giungere finalmente al Rifugio Malga Menese (1877 m), aperto e accogliente. Festeggiamo il compleanno di una di noi e prendiamo tutti insieme una bevanda calda o una fetta di dolce Saccher.
Torniamo giù alle macchine contenti sotto una nevicata abbastanza copiosa che ci ha colto tutti di sorpresa!

 

Ritrova il video sul Canale Youtube di “Comelico Trekking” 

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Terza Grande (2586m) nelle Alpi Carniche

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Terza Grande  (2586m) nelle Alpi Carniche
Gruppo Comelico Treking sulla Terza Grande

Descrizione: Campolongo Di Cadore-Val Frison- Park (1350m)- CAI-314- Passo Oberenghe (2081m)- Terza Grande (2586m) – Dislivello totale:  1250 m.

Domenica 25 settembre 2016. Gita organizzata dagli amici di “Comelico Trekking”, gruppo di appassionati di montagna, alpinisti, escursionisti e esperti camminatori del Comelico.

Ritrovo alle ore 8 a Campolongo di Cadore per la Val Frison e raggiungere in macchina il punto di partenza a quota 1350 metri. Con la salita del sentiero CAI-314, prima per boschi di conifere,  tranquillamente raggiungiamo il Passo Oberenghe (2081 m) tra Terza Grande, la Creta di Mimoias e la Cresta di Enghe.

Dopo una breve sosta, partiamo all’ avventura ! Proseguiamo attraverso i pini mughi, profumati e siamo finalmente al sole; chi è in pantaloncini aveva ragione, fa sempre più caldo. Le cose serie iniziano dopo una breve cengia orizzontale, abbandoniamo i bastoncini ormai inutili e iniziamo l’ ascensione, prima con salti di rocce facili e per finire con passeggi di primo grado,  (bolli rossi e ometti), un po’ esposti ma siamo tutti abituati! Un canalone ci aspetta, l’ arrampicate è di secondo grado, ma il cordino predisposto ci da una mano, l’ altra mano serve a tenere l’ equilibrio sulla roccia e i piedi a spingere verso l’ alto. Finalmente superata la difficoltà, l’ agognata cima ci aspetta dopo una decina di minuti. La giornata è fantastica, il panorama spazia dalle cime di confine con l’ Austria, alle Tre Cime di Lavaredo ai Monti del Cadore !

Pochi minuti dopo arrivano gli ultimi del nostro gruppo insieme a una comitiva organizza dal CAI di Feltre wwww.caifeltre.it. Siamo davvero in tanti, in questa cima stretta e affilata !

Dopo le foto di rito, le congratulazioni tra di noi, inizia la lunga discesa. Qualcuno è preoccupato, arrampicare a contrario non è mai banale e la discesa sempre più impegnativa della salita. Occorre molta pazienza, essere concentrati dove mettere i piedi, ma il meteo ideale ci aiuta. Finalmente raggiungiamo il Passo Oberenghe con grande soddisfazione. Il peggio è passato aspettiamo i più lenti sotto un sole caldo, si chiacchera e si sta bene!

I bastoncini, ripresi ci aiutano nella discesa per un sentiero ormai facile.

Ci troviamo tutti al bar “Pian Dei Usei” per il “debriefing” e la bicchierata finale.

Dislivello totale:  1250 m

 

 

 

 

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Monte Laste (2247m)

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Descrizione:  Tambre D’ Alpago -Hotel Col Indes (1161m) -CAI-926 Malga Pian Gran (1211m) – Rifugio Semenza(2020m) CAI-924 Monte Laste (2247m)- Rif Semenza – CAI-923 Val De piera -Sasson Della Madonna (1638m) –Casera Alpini Mognol(1460m)– CAI-926 Malga Pradosan (1338 m) Pian Grant (1211m)

 

 

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Le Rocchette di Gosaldo

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Le Rocchette di Gosaldo
Sentiero del Passo Regade sotto la Forcella D' Oltro

Descrizione: Gruppo Dell’ Agner – Passo Cereda- CAI-718 (1470m)- Bivio (2133m)-Forcella Regado (2184m)- Sentiero Del Passo Regado – 2240m – 1900m – Forcella D’ Oltro (2094m) – Bivio (2133m)- 1470m.
Domenica 11 settembre 2016, ho finalmente ritrovato i miei amici del CAI della Val di Zoldo, compagni di tante belle avventure sui Viaz, percorsi non convenzionali nelle zone più selvagge delle Dolomiti.
Le Rocchette di Gosaldo, sono ben visibili come la coda Occidentale di punte, della Croda Grande e dell’ Agner. Si lasciano le auto al Passo Cereda (1400m), saliamo per il sentiero CAI-718, (Alta Via 2), prima per il bosco, poi diretti dritti per la Forcella Regade (2130 m). Lo spettacolo ci coglie tutti di sorpresa, camminiamo tra pinnacoli, torri di pietra Dolomitica; scenario presente in poche altre località come le Selle Del Gravedei della Conca di Cajada, oppure nel Sentiero dei cippi e dei Castelloni di San Marco, sull’ Altipiano di Asiago. Il Panorama alle nostre spalle, in contro luce, ci mostra l’ intero Parco delle Dolomiti Bellunesi, dallo Schiara, ai Monti del Sole, Gruppo del Cimonega e Vette Feltrine più a Ovest. Alla Forcella Regade (2184m) giungiamo finalmente, dopo 700 metri di dislivello senza grosse fatiche, lo sguardo si apre di colpo verso il cuore delle Pale di San Martino, la Val Canali ci tiene a dovuta distanza per ammirare la sua vastità, dal Sass Maor, alla Fradusta, alla Cima Dei Lastei…

Proseguiamo prevalentemente all’ ombra, ma con temperatura ideale per il sentiero del Passo Regade, prima in salita fino a circa 2240m poi in regolare discesa fino a circa 1900m. Se si continuasse si arriverebbe al Rifugio Treviso, invece “tagliamo” per i ghiaioni e facciamo una breve sosta prima di affrontare l’ ultima grossa fatica fino alla Forcella D’ Oltro (2094m), dove ritroviamo finalmente la visuale verso il sole e le Dolomiti bellunesi inondate dal sole settembrino. Ci fermiamo per la sosta riparatrice, pranzo, bevande, cafe e dolcetti portati dalla Lucia !
Come al solito, c’ è sempre un venticello alle forcella, iniziamo la discesa per chiudere l’ anello, fino a 1955m, poi un lungo traverso in leggera salita fino a raggiungere il bivio della mattina a circa 2130m, i Pinacoli e Torri di pietra ci mettono in suggestione, c’ è chi vede un busto di uomo barbuto, chi vede un orecchio gigante, un Pastore solitario…
Per concludere, il bel camminare tra pini e abeti che lasciano un morbido tappetto riposante per le gambe. Il dislivello totale è stato di circa 1150m, i kilometri, misurati col GPS sono di circa 11 kilometri.
Una bellissima escursione, con gli amici Zoldani, uno spettacolo per nuovi panorami Dolomitici.

 

 

 

 

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