Festa Del Gelato Zoldo 2018
Il gelato artigianale nasce in Val Di Zoldo, nelle Dolomiti alla fine del 1800.
Distanza percorsa (risalite comprese): 47,6 Km
Sabato 24 marzo 2018: Il 24 marzo è da diversi anni, la Giornata Europea del Gelato Artigianale.
La Val Di Zoldo, festeggia degnamente il fatto di essere la culla storica del gelato artigianale, già dalla fine del diciannovesimo secolo, aprendo gratis le sue piste da sci della Val Di Zoldo. Gli impianti di risalita del comprensorio Ski-Civetta coprono l’ area attorno al gruppo del Civetta (3220 m). Bastava presentarsi con lo scontrino fiscale di una gelateria allo sportello, per ricevere lo skipass giornaliero. L’ Impegno di “Dolomiti Stars” e della Val Di Zoldo per celebrare questa antica tradizione, è stato accompagnato dall’ abbondanza della neve di questa stagione e dai numerosi turisti venuti per il fine settimana.
Il gelato Zoldano: Inoltre, a partire dalle ore 11 è stato l’ occasione di degustare il buon gelato artigianale, preparato dai Maestri gelatai con materie prime naturali e lavorate con macchinari storici. Abbiamo avuto il piacere d’ incontrare e fare quattro chiacchiere, con la Signora Ballestra, figura storica nello sviluppo turistico della Val Di Zoldo.
La giornata è stata eccellente, il sole ben presente per questi primissimi giorni di primavera, con passaggi di nuvole leggere. L’ aria ancora un po’ freddina, ma propizio per una neve ancora perfetta per l’intera giornata!
Quindi il divertimento è stato assicurato, le piste di Dolomti Super-Ski ottime.
Sci-Alp in Nevegal
Domenica 4 marzo 2018, dopo il freddo polare e il famigerato Burian, che a dire la verità non si è sentito molto in Provincia di Belluno, finalmente si presenta una bella giornata di sole sulle cime Dolomitiche e decidiamo per raggiungere il Nevegal !
Partenza quindi per un classico per l’ addestramento dello sci-Alpinismo vicino al capoluogo Dolomitico. Il comprensorio del Nevegal, sul Col Visentin, si trova a poco più di un quarto d’ ora in macchina dal centro di Belluno. www.alpedelnevegal.it/
Il percorso riservato allo Sci-alpinismo, parte dal Col Canil (dal Piazzale del Nevegal, guidare per la Via Col De Gou, fino al parcheggio degli impianti di risalita chiusi), a 1005 m di quota.
Indossati, sci, scarponi, pala, sonda, ARTVA, indispensabili per ogni sciatore che frequenta le Dolomiti, fuori dalle piste convenzionali, si risale sul bordo destro la pista, al margine del bosco. S’ imbocca la prima stradina bianca a destra, prima di risalire un sentierino per il bosco. Rapidamente si esce fuori dal bosco ombroso, e superato il colletto, si scorge la Malga Col Toront (1399m) con il suo punto agrituristico.
Salutiamo il nostro amico Walter con la fedele Zanna, un incrocio tra Maremmano e Pastore, che fa la felicità dei bambini grandi e piccoli, sotto ogni temperatura. La salita continua verso Sud, fino alla Busa De Camp e finalmente sulla cresta del Visentin e il Col Toront (1655m) !
Il Panorama verso la pianura Veneta non è dei migliori, coperta dalla nebbia, invece le Prealpi venete è il balcone migliore verso le Dolomiti Bellunesi !
Raggiungiamo il vicino Rifugio A. Bristot (1616m) per un breve ristoro. Tolte le pelli, scendiamo in tutta sicurezza per le piste 17 “Erte Alte”, 18 “Erte Basse, fino al Rifugio La grava (1198m). Scendiamo poi per il campo scuola fino alla strada. Torniamo a piedi, sci in spalla fino al parcheggio del Col Canile.
Rifugio Carestiato con le ciaspe
ITINERARIO: Passo Duran Rifugio San Sebastiano (1594m)- CAI-578 -stradina- Colle Duran (1740m)- CAI-549- Malgan Duran (1744m)- Rifugio Bruto Carestiato (1834 m) al Col Dei Pass – inizio Ferrata Costantini (1860m).
Malga Posta
Itinerario: Albergo Ponticello (1491m)- Strada verso Sud- CAI-29 (1515m)- Malga Posta (1968 m)- CAI 30- Rui (1925m)- Kaserbachtal- Rio Della Casera (1886m)- Strada (1565 m)- 1491 m
Domenica 22 ottobre 2017. Dopo tante belle giornate autunnali di sole, ci troviamo questo fine settimana con l’unica giornata uggiosa e piovosa. Destinazione: la Cima Campo Cavallo (Grosser Rosskopf a 2559 m) con la corriera organizzata dal C.A.I. di Belluno, arriviamo in località Albergo Ponticello (quota 1495 metri), in Val De Braies Vecchia. Percorriamo la stradina a Sud fino ad imboccare a quota 1515 metri, il sentiero CAI-29 che sale rapidamente. Il sentiero è ottimamente mantenuto con numerose travi di legno a formare comodi scalini e trattenere il terreno, altrimenti scivoloso. Alla Malga Posta (1968 metri), riteniamo la nostra salita come finita e dopo un breve ristoro sotto la tettoia umida, ci apprestiamo per la discesa. Il sentiero CAI-30, altrettanto bello e pulito scende da prima comodamente fino ad attraversare il torrente “Kaserbach” a quota 1886 metri, scendiamo per la valle e per ritrovare la stradina iniziale (quota 1565 metri) e il parcheggio dell’ Albergo Ponticello. È d’obbligo fare un salto per una visita veloce al vicino Lago di Braies. Ci doveva essere un mercatino ma il brutto tempo l’ha fatto desistere. Finalmente ci troviamo tutti felici e contenti, con due gambe sotto un tavolo per riscaldarsi e assaggiare le prelibatezze Alto-Altesine.
Cima Delle Vacche (2058 m) con “Chies e le sue montagne”
Itinerario: Agriturismo Malga Pian Grant (1211m)- Malga Pian D. Lastre (1259m)- Coltoron – Costa Schienon- Cima Delle Vacche (2058 m)
Sabato 21 ottobre 2017, come ogni anno nel quadro della manifestazione “Chies e le sue montagne e Montagna ”, insieme di conferenze, mostre organizzate in Alpago, viene organizzata la gita escursionistica con “meraviglia del Creato” la celebrazione della Santa Messa su una cima dell Alpago. Quest’anno è stato deciso di conquistare la Cima Delle Vacche, metà favorita dello Sci Alpinismo nelle Dolomiti Bellunesi. Presenti soci della locale sezione del Club Alpino Italiano www.caialpago.it e volontari del Soccorso Alpino e Speleologico.
Parcheggio a Pian Grande a quota 1211 metri, alle ore 8 partenza per la strada pastorale che porta in piano a Malga Pian Laste (dove partirebbe il sentiero CAI-926 per il rinomato Rifugio Semenza). Si prosegue per la stradina fino a quota circa 1342 metri, dove seguendo le indicazioni, saliamo per il bosco e poi la Costa Schienon: lunga cresta occidentale della Cima delle Vacche. Superato i 200 metri di dislivello, finalmente usciamo da questa fitta nebbia umida e ci ritroviamo sotto il sole autunnale che fa presto a riscaldarci il corpo ma anche il cuore. Verso Sud spuntano il Col Visentin è le Pre-Alpi Bellunesi come isolotti. Dall’altra parte a Nord la Valle Del Cadin ombreggiata ci separa dalle altre cime della lunga catena dell’Alta Via numero 7 , della conca dell’ Alpago”Via Di Patera”, Monte Castelat e Monte Guslon. Dopo 2 ore abbondanti e un dislivello di 800 metri, si raggiunge la Cima senza grosse difficoltà. Siamo già una quarantina è continua di arrivare gente. La Santa Messa, viene celebrata dal prete alpinista Don Rinaldo Ottone, su un pianoro prima della cima, purtroppo per via della fitta nebbia, a valle, non può decollare l’elicottero per portare altri partecipanti. La mattinata si conclude per chi lo desidera con il pranzo conviviale al ristorante Al Sasso di Sant’ Anna (Tambre D’ Alpago).
Arturo Dell’ Oro
Venerdì primo settembre 2017, presso l’ aula briefing dell’ Aero Club di Belluno, è stata inaugurata la mostra fotografica dedicata al centenario del campo di volo militare di Belluno, prima e come Aero Club dopo e alla celebrazioni della morte “eroica” di Arturo Dell’ Oro, che ottene la medaglia d’ oro al Valore Militare sui cieli della Schiara, propaggine al fronte dolomitico.
Arturo Dell’ Oro, nacque in Cile nel 1896, da una famiglia di industriali Piemontesi emigrati per cercare fortuna nelle miniere locali di salnitro. Allo scoppio del Grande Guerra, il giovanissimo Arturo si arruolò nell’ Esercito e ottene il brevetto di volo militare, grazie anche alla sue abilità, alla sua determinazione e alla formazione in meccanica. Trasferito nella neo costituita 2° Sezione dell’ 83° Gruppo, sul terreno di Belluno, il 3 settembre a bordo di un Nieuport “Bébé”, durante l’ intercettazione di un apparecchio di osservazione Brandenburg” s’ inceppò la sua mitragliatrice. Preso dalla rabbia e l’ orgoglio, per non lasciarlo scappare, l’ intrepido pilota decise di affrontare il nemico, con una manovra azzardata urtandolo direttamente. Purtroppo cadettero insieme i due aeroplani, anche il suo si schiantò sul Monte Pelf. I funerali solenni si svolsero a Belluno al cimitero Prada, ma anche dei due piloti Austriaci, omaggiati in modo cavalleresco con corona di fiori recapitata sopra le linee nemiche. Arturo Dell’ Oro fu insignito da medaglia D’ Oro al Valore Militare da un regime in cerca di eroi per il coraggio e il sacrificio e prese la cittadinanza della Città di Belluno nel 1924. Il nuovo Aero Club di Belluno fu intitolato al suo nome come diverse altre strade e istituti Cileni.
Durante l’ occasione, l’ Istituto Bellunese della Ricerca e dell’ Età contemporanea, ha consegnato all’ Aero Club, alcuni reperti storici del Nieuport “Bebe” ed ha presentato un fascicolo “Nel cielo di Belluno, una breve storia di Arturo Dell’ Oro” a cura di Nicola De Toffòl.
Sono interventi Anna Maria Canepa dell’ Associazione Culturale Trame Di Storia, il presidente del locale Aero Club Frezza Francesco Antonio, autorità Cileni e Oscar De Bona presidente dell’ Associazione Bellunesi Nel Mondo.
Una bibliografia completa “Nina eroe di guerra 1915-1918”, è stato edito dalla Tipografia Piave e scritto da Paola Zambelli, descrive con affetto la sua troppo corta permanenze nel territorio Bellunese.
Inoltre, sono previste con l’ Associazione Tramedistoria , dei laboratori creativi per i più piccoli e le famiglie, per fare conoscere questi frammenti di storia agli albori dell’ uso dell’ aereo per i cento anni della fine della grande guerra mondiale.
Giovedì 21 settembre 2017, ore 10.00, l’ Aeroporto di Belluno “Arturo Dell’ Oro” sarà sorvolato da alcuni aerei storici della Prima Guerra Mondiale. Alle ore 11.30, nel cortile di Palazzo Doglioni Dal Mas sarà presentato un biplano S.E.5A e alle ore 13, all’ Ossario di Mussoi sarà posata una corona di fiori nel Tempio ai Caduti per la Patria.
Monte Venier con CAI Val Di Zoldo
Il video della giornata di Mark Von Manten !
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Cime Ombretta
ITINERARIO: Malga Ciapela (1435 m)- CAI-610 – Gran Pian- Malga Ombretta (1904 m)-Valle Ombretta – Rif. O. Fallier (2074m)- Grotta (2140 m)- Bivacco M. Dal Bianco (2702m) -Ferrata (2779m-2808m)-Cima Ombretta Di Mezzo (2983m)- Cima Ombretta Orientale (3011 m).
Domenica 20 agosto 2017, siamo un bel gruppo di amici del Cadore, organizzato dalla Sezione C.A.I. di Lozzo, interessati a scoprire altri angoli delle Dolomiti Bellunesi.
Si parte a piedi dal campeggio di Malga Ciapella, sotto la teleferica che sale al Rifugio Serauta sulle creste della Marmolada.
Dal Gran Pian, dall’ Agriturismo Malga Ciapela, il sentiero CAI-610 da 1638 m ci porta rapidamente alla Malga Ombreta (1904m), passando a fianco della Valle del Ru D’ Alberch.
Finalmente la pausa caffe! Riprendiamo il cammino che è ancora lungo. Siamo sul bel Pian De Val Ombreta, dove pascolano numerose mucche per l’ attività del locale caseificio. Davanti a noi si alzano le propaggini Orientali della Cima De Ombreta, mentre alla nostra destra ci accompagnerà, sempre più imponente le pareti meridionali della Marmolada.
Giungiamo al Rifugio Onoriato Falier, a 2074m, continuiamo senza fermarsi, tra i pini mughi, passando vicino a una caverna scavata nella Grande Guerra (quota 2140 m), poi il sentiero risale la valle De Ombreta stringendosi in mezzo ai ghiaioni e i detriti. Ammiriamo il curioso Fungo de Ombreta, poi una cascata da una parete vertiginosa. Giunti al Pas De Ombreta (2702 m), finalmente la sosta per prepararci a cose più serie. Meglio indossare l’ imbrago e il moschettone per superare la ferratina, seppure corta. Per il sentiero CAI-650, troviamo prima rocce gialle, poi nere, queste ultime molto sgretolabili, stranezze della geologia poi il Bivacco, dedicato a Marco Dal Bianco, un forte alpinista, deceduto in un banale incidente di moto.
Affrontiamo la corta ferratina, (quota circa 2780 m a 2908 m), costituita da un cavo metallico alto e ben teso, a modo di scorri mano. Rimane l’ ultimo tratto di ghiaione fino alla cresta, i più veloci salgono anche sulla vicina Cima Ombretta di Mezzo (2983 m). Dalla forceletta si passa sul fianco meridionale, proseguendo per una cengia un po’ esposta fino a risalire l’ ultimo tratto per raggiungere finalmente la Cima De Ombreta a quota 3011 metri. Lo sguardo verso Nord si ferma sulla parete meridionale della Marmolada che è veramente impressionante. Verso Sud, numerose cime dolomitiche culminano sulle 3000 metri, il Sasso Vernale più vicino, Cima Dell’ Uomo, il Gruppo del Formenton, le Cime D’ Auta…
Il ritorno si fa per lo stesso percorso della mattina, non avendo tempo di fare la Ferrata dell’ Ombreta per completare l’ anello. Abbiamo la fortuna di osservare e fotografare degli stambecchi. Ci fermiamo con più calma, per una bibita dissetante o una birra al Rifugio Falier, alle Malghe abbiamo la possibilità di comprare formaggio fresco e burro biologico.
Cima Talvena con CAI sezione Val Di Zoldo
Itinerario: Malga Pramper (1540 m)- CAI-523 Pra De La Vedova (1860 m) – Rif. Sommariva(1857 m)—Casera di Pramperet(1776m)- Col Dei Mus (1882m)- Portel De I Mus(ca. 2000 m)- Forcella De I Scalet (2275m)-Forc- De I Erbandoi(2325 m)- sent Orientale- Talvena (2542m)- Cresta settentrionale-Forc. De Erbandoi (2325 m)- CAI-514 (2350 m)- Forc. Zita Sud (2451m)…Portela Dei Piazedei (2097 m)-Pra De La Vedova(1860 m)- Malga Di Pramper (1540 m)
Il video della giornata di Mark Von Manten !