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Gena Media e Gena Alta

Descrizione: Lago Mis (433m)- Gena Media (577m) – Gena Alta (800m)- Valle Soffia (785m).

Domenica 9 aprile 2017. Una passeggiata di un paio di ore, all’ interno del Parco Naturale delle Dolomiti Bellunesi, nel comune si Sospirolo, provincia di Belluno, la Valle Del Mis, disabitata  costituisce la porta di accesso al Gruppo Dei Monti Del Sole. Si parte dal ponte (433m) sul Lago del Mis, bacino artificiale costruito negli anni cinquanta, che ha fatto abbandonare la Valle dai suoi abitanti. In località Gena Bassa, senza raggiunger il Bar alla Soffia,  si sale per la stradina asfaltata, chiusa agli automezzi non autorizzati,  per tornanti fino al paese di Gena Media (577m) e poi il paese di Gena Alta (800m). Qui molte case abbandonate sono state recuperate per i fine settimana o per pochi giorni nella stagione estiva.

Nei pressi di una fontana, Si abbandona il paese per la stradina forestale che si addentra per circa un kilometro nella Valle Soffia fino a quota 785 metri, dove si raggiunge il gretto del torrentello. Giuliano Dal Mas, nella sua Opera “La Montagna dietro l’ angolo” descrive un percorso alternativo ad anello che passa per la Casera Piscador (810m) per il ritorno, ma ci accontentiamo oggi della strada meno avventurosa !

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Monte Schiaron

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Monte Schiaron – 2246 m
Alpi e Gruppo: Alpi Orientali – Alpi Carniche – Gruppo Catena Carnica
Provincia: Belluno
Punto di partenza: nei pressi dell’Albergo Miravalle ( Pra Cividella )
m. 1359
Versante di salita: S-SE
Dislivello di salita: m. 890 circa – Totale: m. 1780 circa
Tempo di salita: 3,15 h – Totale: 6,00 h
Periodo consigliato: estate – autunno
Punti di appoggio: Rif. Forcella Zovo (q. 1606 m)
Tipo di via: Via normale
Tipo di percorso: Sentiero e traccia segnata
Difficoltà: EE – A – F (scala difficoltà)
Attrezzatura:
Valutazione:
Libro di vetta: no
Cartografia: TABACCO N. 01 – Sappada – Forni Avoltri 1:25000
Introduzione:
Cima senza importanza alpinistica, situata fra la Val di Londo e la Val Visdende in Comelico, nel gruppo dei Longerin. Offre un´ascensione abbastanza semplice, ma panoramicamente valida ed assai interessante per le tracce belliche.
Accesso:
Dalla Val Visdende, nei pressi dell’Albergo Miravalle ( Pra Cividella ) m. 1359
Descrizione della salita:
Dalla Val Visdende per la strada boschiva che porta a Forcella Zovo . Si lascia quindi la strada, per seguire a sinistra il sentiero segnavia 169, che sale aggirando le pendici E del San Daniele e immette nella parte bassa della conca di Vissada, sopra una strettoia rocciosa. Per il sentiero si raggiunge il bordo NE della conca, in vista della Val di Londo. Qui si prende una buona mulattiera che sale volgendo a SE e il susseguente sentiero, che aggira la cima erbosa in versante S e giunge in vetta per detriti e con qualche passaggio su facili rocce.
Discesa:
Come per la salita con la variante del Sentiero attrezzato della Grande Guerra che porta in prossimità del Rifugio Zovo
Note:
Al ritorno ci siamo fermati al bellissimo Bivacco di Val Vissada . Sulla cima e sulle creste sussistono numerosi resti di postazioni italiane di guerra. Zona non molto frequentata, assai suggestiva in autunno.
Firmato: Comelico Trekking

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Monte Specie (2307 m)

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Monte Specie (2307 m)

Itinerario: Gruppo Croda Rossa. Carbonin (1451m)- CAI-37- Rifugio Vallandro (2028m)- CAI-34 Monte Specie (2307m)”Strudelkopf”-bivio 2200m-AV3 Prato Piazza-Rifugio Vallandro (2028m).

Distanza: 17,7 Km , dislivello: 856 m

Domenica 22 gennaio 2017. Partenza da Carbonin (Schluderbach) in buona compagnia, a quota 1451 metri, ore 9:15 per la strada forestale sentiero CAI-37. Calpestiamo già pochi millimetri di neve. Il panorama si apre e siamo già in vista del Rifugio Vallandro a 2028m (Durrensteinhutte) , sosta brevissima prima di affrontare l’ ascensione alla nostra cima. Per il segnavia CAI-34, ormai la montagna è tutta bianca ma ahinoi, i pochi centimetri di neve non consentono le uscite con lo sci-alpinismo o le ciape! Al bivio della Sella del Monte Specie (Strudelkopfsattel) a 2200 metri, troviamo un forte militare abbandonato e da allora la salita per la cima del Monte Specie (Strudelkopf) è breve e non faticosa, non fa eccessivamente freddo, il vento è assente e il sole ci riscalda.
Sul culmine (Heimkehrankreutz), svetta una croce dedicata ai reduci di tutte le guerre.
Rappresenta un pregevole punto panoramico senza difficoltà alpinistiche, ricco di testimonianze belliche, scattiamo le foto e verso le Dolomiti di Sesto con le Tre Cime Di Lavaredo ci accoglie con il loro splendore.
Scendiamo rapidamente a 2200 metri e continuiamo per la stradina alta che proseguirebbe fino a Prato Piazza, ma torniamo per il Rifugio di Valandro (2040m), passando accanto a una sorta di caverna (quota circa 2037m).
Finalmente ci fermiamo per il pranzo, spaghettata e zuppa di orzo!
Itinerario di ritorno alle macchine, uguale alla partenza con qualche scorciatoia, in particolare a circa 1967m parte un sentierino, che troviamo ghiacciato e molto scivoloso, per via di un ruscello che passa accanto! Con un po’ di coraggio e alcuni con i ramponcini, riusciamo a passare tutti incolumi !
In fine dalle macchine andiamo a Auronzo per il brindisi finale!

 

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Monte Col (2079 m)

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Monte Col (2079 m)
Foto souvenir alla Baita Ciadon del Monte Col

Itinerario: Val Frison Baita Pian Degli Usei (ca. 980 m) – Stradina sterrata – Bivio circa 1260 m- CAI-331- Pra Grande- Ciadon Di Monte Col (1845 m)- Madonnina (ca. 1890m)- 2059 m- Monte Col (2079 m).

Distanza: 11,5 , 12 Km – dislivello: 1100 metri.
Domenica 18 dicembre 2016. Da Santo Stefano Di Cadore, Campolongo Di Cadore, proseguire per poco per la Val Frison, e lasciamo le macchine alla Baita Pian Dei Usei (973m). Ci incaminiamo per la stradina forestale che sale prima alta, sopra il Rio Di Mezzodì, poi prosegue verso Nord, per attraverssare il Rio Sardellade, fino al “Bosco Nero”, versante che si affaccia alla Valle del Piave, al bivio quota circa 1260 metri, saliamo per il sentiero CAI-331, passando sopra la Valle Ciodratta (confluente del Rio di Mezzodi e della Val Frison), la testata dell’ avallamento del Rio Navare e del Rio Salon dove un spartano cordino in teoria ci dovrebbe reggere, e il Pra Grande.
Le temperature sono rigide e inferiori a zero, alcuni passaggi richiedono maggiore attenzione, per il ghiaccio.
Finalmente giungiamo sul lungo crinale occidentale del Monte Col, a pochi metri della baita Al Ciadon del Monte Col (1845 m), dove beneficiamo dei raggi timidi del sole.
Proseguiamo la nostra avventura verso Est, incontando un primo punto panoramica con modesta statuetta della Madona a quota 1890 m che riporta sulla lapide “O Maria dall’ alto di questo monte vigila e proteggi noi e la nostra valle 18-08-1985. Rispettatela”, poi in pochi minuti per un sentiero poco evidente tra i pini mughi fino a quota circa 2059 metri. La vera cima culmina a 2079 metri, 80 metri più avanti, ma la poca neve al suolo, ci nasconde il percorso e ci fermiamo, tanto la cima è boscosa, con poco interesse panoramico, siamo sotto le belle e vicinissime Crodi di Mezzodì.
Di ritorno al ristoro del Cialdon, troviamo gli altri amici, rimasti là, intenti a preparare la ricca grigliata fatta di prelibatezze locali della macellerie di Santo Stefano e del Comelico.
Al ritorno scendiamo per il sentierino di salita, evitando il sentiero CAI-330 che ci riporterebbe direttamente a Santo Stefano. Giungiamo alla Baita Pian Dei Usei poco prima del tramonto, regalandoci un bel enrosadira sulle cime circostanti e le Terze.

 


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Landri e cima Col Curie (2035 m)

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Landri e cima Col Curie (2035 m)
Gruppo di amici sul Col Curie

Itinerario: Ponte Cordevole Camping Val Visdende (ca. 1018m) CAI-158 – Arsei -Landro del pastore (1434m)-Bivio sentiero Saliere (ca 1504 m)-Landri – Finestra (ca 1650m)-Bivio CAI-158-(ca 1789m)- Col Curie (2035m)- Bivio La Forceta (1573m)- scorciatoia(1418m)- Pra Cividella 1356m

Distanza: 9,4 Km – Dislivello:  Ascesa: 1047 m e discesa: 713 m

Domenica 11 dicembre 2016. Dopo San Pietro Di Cadore, di nuovo in Comelico, si parcheggia vicino al campeggio, sul ponte Cordevole (circa 1018 m), all’ imbocco della Val Visdende. Ci mettiamo in cammino accompagnati da una guida esperta del CAI Comelico, per una comodissima stradina serrata, segnavia CAI-158 che sale a tornanti regolari e mai faticoso.
Di fianco alla strada, troviamo diverse cavità e infranti della montagna sotto roccia, testimonianze di un antica attività estrattiva del piombo e in minore quantità associato di argento. A circa 1435m di quota, dentro uno di questi, aveva trovato rifugio ancora negli anni cinquanta, una donna pastore con il suo gregge di pecore.
Poco sopra i 1500 metri di quota, nei pressi di una casera in località Salere, abbandoniamo la strada per una variante non segnata e nascosta, le cui tracce sono molto labili. La nostra Guida del Club Alpino Italiano, sezione Valcomelico sa dove portarci!
Attraversiamo il bosco in direzione Nord-Ovest, rimanendo sempre in quota poi su in salita tra gli alberi e poi per una cresta spartiacque. Passiamo sul versante di destra e camminiamo per un pendio ripido, abbastanza esposto, ancora un po’ fino a raggiungere questi landri, o ripari sotto rocca (conformazione rocciosa, dal latino antrum caverna, utilizzata tanto in ladino quanto in friulano), il più caratteristico è una finestra a quota circa 1650 metri.
Proseguiamo sotto queste conformazioni rocciose naturali e poi per un percorso un più agile per raggiungere, non senza fatica il sentiero CAI ufficiale a quota circa 1789m, sull’ altro versante del monte.
D’ora in poi, il sentiero CAI-158 sale agilmente nel bosco, fino a risalire un tratto ghiaioso ripido ma breve e attraversare una vasta distesa di pini mughi bassi e raggiungere il prato sommitale e le tre croci di legno dell’ antecima del Col Curie (2030m). La Cima del Col Curie (2035m)è pochi metri più in là a Est, sulla stessa cupola.
Il panorama a 360 gradi è molto bello, da una cima facilmente raggiungibile a tutti per la via normale. Verso Ovest, il Monte Zovo e il suo paese di Cossalta e poi le Crode dei Longerin, Cima Palombino, Croda Negra, Monte Cecido, Monte Vancomun, Monte Antola, Peralba, Monte Rinaldo, Terze, Monte Col e Brentoni…
Il ritorno si fa per il versante Nord-Ovest, per il bosco, senza nessuna difficoltà tecnica ulteriore, al bivio della Forcetta (1573m), sotto l’ insellatura del Col Della Sentinella, giriamo a destra, direzione Nord, proseguendo in fondo a una valletta, poi per scorciatoia a quota 1413 m fino a ritrovare la strada in Pra Cividella (circa 1352 m), dove ci aspetta una macchina e si conclude la nostra passeggiata domenicale.
Facciamo tappa all’ Agriturismo Malga Pra Marino al ritorno, situato all’ inizio della Val Visdende per il tris di pasta per un ” momento ” conviviale e dove metteremo all’opera le papille gustative.

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Cornetto Di Fana (2663m)

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Cornetto Di Fana  (2663m)

 

ITINERARIO: Pak Candellen (1584m)-CAI-25- Ponte Golfenbsach(1751m)- Bonner Hutte (2307 m)- Gusternel-Corno Di Fana (2663m)- Bocc. Di Fana “Pfanntorl”(2511m)-CAI-25A-Bergalm- Bergalmhutte(2085 m)- Ponte Golfenbsach(1751m)CAI-25- Pak Candellen (1584m)

distanza=11,7 Km – dislivello= 1100 m

Domenica 25 novembre 2016.

Attraversare in macchina la cittadina di Tobbiaco e verso Nord la Val Silvestre, fino all’ amena frazione di Kandellen a quota 1584 m. Il parcheggio nei pressi della trattoria Seiter, è limitato.
Si prosegue a piedi per la valletta del Golfentbach, su strada ben asfaltata in leggera salita e in direzione Nord-Est per boschi di conifere.
A quota 1751 m si attraversa il ponticello sopra il torrente Golfenbach, iniziano ora una serie di tornatini sempre più brevi e ripidi, per una buona e larga strada sterrata, fino ad uscire progressivamente dal bosco in zone prative e più aperti. Purtroppo la nebbia ci accompagnerà quasi durante tutto il giorno e facciamo fatica a scorgere il Bonner Hutte, sopra di noi. E’ un rifugio ricostruito di recente a partire da un rudere abbandonato, aperto durante la stagione turistica estiva. La quota confermata dal G.P.S.è intorno ai 2307 metri, e non 2340 m come segnato sul cartello.
Dopo una sosta restauratrice, continua il nostro periplo verso Nord, la neve non tarda ad apparire sotto i nostri passi, prima scarsa sulla sassosa carrareccia poi a ricoprire tutto, giunti lungo la cresta Occidentale della nostra Cima Corno Di Fana (2623 m) o Toblacher Fannhorn .
Giunti alla Vetta, i piedi affondano nel manto nevoso, spesso circa 20-30 centimetri, purtroppo la visibilità sulle nostre Dolomiti è preclusa dalla nebbia. Il Corno di Fana è la cima più elevata del tratto della Cresta Carnica che domina l´alta Val Pusteria, qualche schiarita veloce ci permette di scorgere le Tre Cime Di Lavaredo. Verso l’ Austria, la situazione meteorologica è un po’ migliore, in direzione delle creste di confine sopra la Val Casies.
E’ freddo, dopo le foto e una breve sosta, partiamo per la cresta Nord, lungo l’ Alta Via di Dobbiaco a tracciare nella neve il nostro ritorno. Alla Forcella Bocca Di Fana (2511m), poco sotto la cima Gaishorndl (2615m), scendiamo per il sentiero CAI-25A fino alla Bergalmhutte (2085m), dove finalmente ci permette di ammirare, in controluce, le Dolomiti di Sesto, liberate dalla nebbia sommitale.
Il ritorno prosegue, in direzione Sud, fino a ritrovare il ponticello a quota 1751 metri e poi il paesello di Candelle (1584m) dove ci fermiamo per la bicchierata finale.

 

Note:
Grazie all´altezza e alla posizione soleggiata ma abbastanza ventosa, il Corno Fana offre un panorama eccezionale su valli, paesi e monti. Quando l’aria è particolarmente limpida, infatti, da lassù si abbracciano in uno sguardo il Grossglockner, le Lienzer Dolomiten, la Cresta Carnica, le Dolomiti di Sesto e quelle di Braies, le più alte vette d´Ampezzo, l’Antelao e la Marmolada, le Zillertaler Alpen, le Vedrette di Ries e il Grossvenediger. In vetta, sotto l’alta croce, è posta un´artistica tavola in rame (copia di un lavoro realizzato da un ingegnere pusterese nel 1898), che aiuta gli escursionisti a riconoscere ben 102 montagne.

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Malghe della Val Visdende

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Malghe della Val Visdende
Fianco Occidentale del Monte Peralba

Itinerario: Val Visdende- Park Ristorante “Da Plenta”(1332m)-Borgo “Pra Dal Belf” -1456m- Malga Chiastelin (1968m)-“Strada delle Malghe” “Traversata Carnica”-CAI-170- Rio Lavazzei- Rio Val Grande- Malga Casera Antola Di Sopra (1872m)-Malga Chivion (1745m)- Val D’ Antola- Pie Della Costa-“Plenta”(1332m).

Dislivello: 700 m – Distanza = 15,5 Km

Domenica 20 novembre 2016. Da San Pietro in Cadore percorriamo in macchina la Val Visdende, fino all’ampio parcheggio del Ristorante “Da Plenta” (1332 m) all’ imbocco della piccola Val D’ Antole.

La stradina sterrata del giro delle Malghe, sale prima in direzione Nord, attraversando il Borgo “Pra Dal Belf” , costituito da poche casere sparpagliate. Man mano che ci alziamo si apre la panoramica, verso Sud, la catena del gruppo Rinaldo, in fondo come a chiudere la Val Visdente, la cima conica del Col Curie (2035 m). Finalmente giungiamo alla Malga Chiastellin (1968 m), dove sostiamo per lo spuntino di meta giornata. D’ ora in poi, la salita è finita e continua il percorso con poca neve, fino a quota massima 2020 metri,  attraversando numerosi piccoli corsi d’ acqua che scendono dal versante Sud del Monte Vancomun (2.580 m), confinante con l’ Austria.

Intorno a mezzogiorno, siamo a Malga Antola (1872m), dove prendiamo qualcosa di caldo, il “cognac” e la cioccolata.

Continuando, facendo il “giro di boa”, attraversando il torrente Antole e sul versante opposto alla valle, più ombreggiato, troviamo la strada più ghiacciata e occorre maggiore attenzione per non scivolare.  inoltre è stata intagliata dentro una pietra rossa friabile. A quota 1745 metri giungiamo alla Malga Chivion, bivio anche per il Rifugio “Sorgenti del Piave”.  Non ci fermiamo , il pranzo ci aspetta dal ristorante “Da Plenta” ! Ora, Il sole filtra attraverso le nuvole e tagliamo le numerose curve stradali attraverso  scorciatoie nel bosco della Val Visdende.  La discesa si conclude per il Pian De La Costa (1346m), e giungiamo al punto di partenza. Girandosi alle nostre spalle una sorpresa ci aspetta, verso Est, appare il Peralba come un massiccio enorme e irraggiungibile.

 

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Monte Tudaio (2140m)

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Monte Tudaio (2140m)
Gruppo davanti Forte Tudaio

Descrizione:  Piniè (897m)- Chalet “Pino Solitario”(878m) – Loc. Giao De Ciriè – CAI 339 – El Bus 1550m (Casermetta)- Col D’ Elma- Pian De le Mede- Col Muto – Monte Tudaio (2140m)

Gruppo: Alpi Orientali – Alpi Carniche – Gruppo Catena Carnica (BL)
Dislivello di salita: 1262 m
Tempo di salita: 4 h + 3 h di discesa
Cartografia: TABACCO N. 016 – Dolomiti del Centro Cadore 1:25000

Domenica 13 novembre 2016. Dal Centro Cadore, in Località Tre Ponte, dove il Piave confluisce nel torrente Ansiei, si accede alle case di Pinié e poi per stradina asfaltata, si raggiunge lo Chalet “Pino Solitario” e il parcheggio più a Nord, dove s´imbocca a piedi la stradina segnavia CAI-339 a quota 897 metri.
Traversato il torrente ghiaioso della Val de Ciarié, passiamo sotto una palestra di roccia attrezzata e si incomincia a risalire i 18 tornanti ripidi ma larghi del costone Occidentale del Tudaio.

Dopo le prime curve e una breve galleria, si giunge al Pian de Liberal e si prosegue fino ad un secondo pianoro a quota 1551 : “La Busa”, dove emergono i resti di una casermetta senza tetto . Ci fermiamo per una breve sosta , le temperature sono invernali e il te caldo ci conforta. Da allora Incontriamo un po’ di neve che ci accompagnerà fino alla Cima con uno spessore di pochi centimetri.
La stradina si fa un po’ meno ripida e con meno tornanti, sorpassa altre due gallerie, raggiunge il Pian de le Mede e tocca un´altra galleria presso il Col Muto. Dai due finestroni interni si gode una bella vista sulla Val Ansiei, Auronzo, il Comelico, i paesi di Vigo e Laggio Di Cadore e verso Sud Domegge e il Lago del Centro Cadore. Il cielo è coperto da leggeri strati di nuvole alte, ma la visibilità intorno a noi è ottima. Verso mezzogiorno, si sentono i tamburi di qualche fanfara, ci sarà una festa qua sotto a Vigo -Lorenzago Di Cadore ?
Si supera un´ultima galleria, fino alla spianata antistante il forte. Un´ultima, breve galleria permette di entrare nell´edificio, dal quale si apre un vasto e istruttivo panorama sul Cadore e sul Comelico. La cima è deturpata da antenne e ripetitori radiotelevisivi, ma costituisce un singolare balcone su un meraviglioso panorama dolomitico. Di fronte a noi a Est, svetta la Cima Bragagnina (2281m) che si prolunga con la catena del Gruppo Crissin, Vallgrande, Pupera, Brentoni e Cornon. Da quassù merita anche riflettere sui fatti della storia. Lungo la salita, priva di difficoltà che non siano la lunghezza e il dislivello, entrambi piuttosto cospicui e che richiedono un minimo di allenamento, numerose tabelle segnaletiche offrono informazioni storiche e ambientali.
Iniziamo la discesa e ci fermiamo all’ imbocco della prima galleria per restaurarsi e scattare la foto di gruppo.
La discesa, forse un po’ monotona dai tornanti stradali è rallegrata dalla buona compagnia e dal panorama soprattutto verso la Val Ansiei e in fondo le Tre Cime di Lavaredo che coronano le altre cime Dolomitiche, un sole debole illumina questo stupefacente scenario.
Finiamo la giornata con i piedi sotto un tavolo, al ristorante Chalet “Pino Solitario” con una pasta all’ arrabbiata e il caffe finale.

 

Storia: Rivestito di vegetazione e di scarsa rilevanza alpinistica, il Tudaio è il primo di una lunga catena di contrafforti dolomitici che fa parte delle Alpi Carniche, scandita dalla Bragagnina, Crissin, Pupera Valgrande, Brentoni e Cornon. Nel 1909/1912, sulle sue pendici W-S i genieri con operai locali costruirono un´ardita strada, lunga 8,3 km, per il transito delle artiglierie. Sulla vetta nel 1911/1915 sorse un grande forte, il cui cuore era costituito da una batteria dotata di 4 cannoni. L´apparato, protetto da una tripla cinta difensiva e servito da due teleferiche, avrebbe dovuto permettere a 200 uomini una resistenza ad oltranza, anche in caso di invasione nemica del Cadore. Fin dai primi giorni della Grande Guerra il forte fu tagliato fuori dalle operazioni, perchè troppo distante dalla prima linea. Divenuto di nuovo importante durante la ritirata di Caporetto, il 7.11.1917 entrò in azione sparando sulle truppe austriache giunte ad Auronzo e Santo Stefano, ma lo scarso esito dell´operazione indusse la guarnigione ad abbandonare l´opera dopo un sommario danneggiamento delle bocche da fuoco. Tra il 18 e il 26.10.1918, al momento di ritirarsi, gli austriaci distrussero il forte con robuste cariche di esplosivo. (testo Comelico Trekking).

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Cima Muntejela De Senes (2787m)

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Cima Muntejela De Senes (2787m)
Foto di gruppo Cima Muntejela De Senes (2787m)

ITINERARIO: Rif Ra Stua (1668m) – CAI 6 Val Salata – Rif. Utia De Senes (2116m) – Malga Utia Munt De Senes (2176m) …Sentiero con bolli rossi verso Ovest – Nord di Col Dles Fozores (2357m) – Cresta occidentale e poi Cima Muntejela De Senes (2787m) ……Val De San Berto —Utia Munt De Senes (2176m) – Utia De Senes (2116m) – Pista aerei – CAI 7 (AV1) – 2017m – Rif. Utia de Fodara Vedla (1966m) – CAI 9 – ponticello sul Boite CAI 6 – Rif Ra Stua (1668m).

Dislivello: 1120 metri – Distanza percorsa: 18,6 Km

1° Novembre 2016, destinazione il Parco Nazionale delle Dolomiti D’ Ampezzo. Dalla SS51 sopra Cortina, la strada asfaltata  in località San Uberto è aperta, possiamo portarci fino all’ ampio Piazzale del Rifugio Ra Stua (1668m).
Oggi l’ avvicinamento alla nostra meta è lunga ma riposante su una strada sterrata, su un ampio Altipiano, l’ itinerario è facile, alla portata di tutti.
La cima Muntejela De Senes (2787 m) è già visibile poco dopo in lontananza, dal Vallon Scuro alla Val Salata, è indicato una “scorciatoia” che evita una lunga deviazione stradale, fino al Rifugio Sennes (2116m). Poi alla Malga Rifugio Munte De Sennes (2176m), finisce la stradina, ci si abbassa leggermente di quota per proseguire dentro uno strano “avvallamento”, una particolare trincea. Poi passiamo, sulla nostra sinistra, sotto una particolare montagna con i piani stratigrafici inclinati quasi alla verticale, prima di affrontare a quota circa 2350 m, il ghiaione della nostra cima. Ci sono parecchi camosci lì, all’ ombra e per le creste. Adesso la salita si fa più impegnativa fino dopo un salto breve di roccia (2580m) ci ritroviamo sulla cresta Sud Orientale del Monte Sennes, che prima vedevamo in lontananza leggermente innevata.
La quota si fa sentire, è faticoso camminare su questo prato fino alla cima, che si raggiunge rapidamente dopo le ultime facili roccette. Il panorama è straordinario, nel cuore delle Dolomiti D’ Ampezzo, il cielo azzurro ci accompagna e siamo di nuovo fortunati per la stazione avanzata.
Il ritorno al rifugio Ra Stua, non da difficoltà e ci fermiamo per brindare alla nuova cima appena conquistata. Parliamo della stagione invernale ormai alle porte e alle uscite di sci-alpinismo. E’ l’ ultimo giorno di apertura stagionale del rifugio e un tiro di petardi accoglie festosamente la nostra partenza.

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Cime Monte Brentoni

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Cime Monte Brentoni
Gruppo Comelico Trekking sui Brentoni

ITINERARIO: Park Val Piova SP-619 (1776m)-CAI-382- Forc. Losco(1783m)- Forc. Camporosso (1913m)-CAI-328-Forc. Brentoni (2400m)-Cima Bentoni Ovest(2547m)-2513m- Cima Brentoni Principale (2548m)-Forc. Camporosso (1913m) – Forc. Losco(1783m)-Park (1776m).

Gruppo: Alpi Orientali – Alpi Carniche – Gruppo Terze Clap in provincia di Belluno
Dislivello di salita: 750 m
Tempo di salita: 2,30 h – Totale: 4,30 h
Difficoltà: E – AR – II – PD (scala difficoltà)
Cartografia: TABACCO N. 02 “Forni di Sopra Ampezzo Sauris Val Tagliamento” 1:25000
Questa salita consente di toccare la cima più elevata del piccolo gruppo dolomitico dei Brentoni, posto fra il Cadore e la Carnia. Oltre ad interessanti escursioni e traversate, il gruppo offre alcuni itinerari di arrampicata di difficoltà medio-bassa su roccia abbastanza buona, con approcci comodi e agevoli. La traversata proposta permette di conoscere la cima, panoramica e inserita in un ambiente solitario e poco sfruttato.
Domenica 30 ottobre 2016, con il gruppo “Comelico Trekking” andiamo alla svolta della nostra meta per la strada SP-619 che dal Cadore porta da sopra l’ abitato di Vigo Di Cadore, a Casera Razzo per la Val Piova. Ci fermiamo un po’ prima del Valico di Ciampigotto, e imbocchiamo a piedi il sentiero CAI-332 a quota circa 1776 metri.
Alla mattina i colori autunnali di boschi e larici gialli si fanno apprezzare. Ben presto si presenta a noi dalla parte opposta della valle il gruppo dei Brentoni-monte Pupera-Valgrande nelle Alpi Carniche con tutto il suo splendore. La descrizione dettagliata dell’ itinerario si trova nel numero 202a della guida “Alpi Carniche 2” di A. De Rovere e M. Di Gallo, CAI-TCI 1995.
Attraversiamo il fondo valle del Rio Acqua Bona fino alla Forcella Camporosso (1913m) per iniziare a risalire per il sentiero CAI-328, tranquillamente tra boschi di abeti ingialliti dalla stagione inoltrata e aperte praterie. Da quota 2074 metri, abbandoniamo il sentiero ufficiale CAI-328 per la via normale ai Brentoni, che si inerpica con numerosi zig-zag con pendenza assolutamente regolare e tranquilla. Al bivio all’ incirca 2222 metri di quota, comincia la parte rocciosa, con tratti inizialmente di facili saltini rocciosi, proseguiamo seguendo i bolli rossi prima in direzione Nord Occidentale su una ampia cengia-rampa, poi in direzione decisa Nord-Est.
Alla piccola forcella verso 2400 metri di quota, inizia la difficoltà maggiore, un canalino ombreggiato, la cui corda fissa gelida, ci da la possibilità di muoversi con maggiore sicurezza per questo passaggio di secondo grado.
Bisogna muovere le dita oppure avere i guanti per il freddo alle mani. Finalmente a quota sopra i 2485 metri, sbuchiamo al sole e raggiungiamo rapidamente la vetta.
Troviamo un gruppo numerosissimo di giovani aspiranti alpinisti del 34° Corso Base A1 di Alpinismo C.A.I. Mestre Scuola di Montagna “Cesare Capuis” ( http://www.caimestre.it), intenti a salire dal versante Orientale.
La croce di vetta è semplice di legno e facciamo la foto ricordo, è bello, il cielo azzurro e la temperatura ideale e stranamente mite per la stagione.
I più arditi tra di noi, guidati da Lelio raggiungono la cima Principale adiacente, che culmina a 2548 metri, un metro più alto. Bisogna abbassarsi a circa quota 2513 metri per roccette e ghiaia sospesa pericolosa, occorre avere equilibrio estremo e piede sicuro! Crestina, passaggio aereo e poi la salita molto breve alla vetta principale, è un arrampicata facile di secondo grado, ma attenzione per l’ esposizione !
La discesa dalla cima Occidentale viene effettuata per la lunga cresta Sud-Orientale con passaggi di primo grado. E stata attrezzata una corda fissa per il tratto più difficile. A quota circa 2222 m, chiudiamo finalmente l’ anello e e scendiamo con più serenità il sentiero CAI a zig-zag, contenti di avere compiuto la nostra missione.
In conclusione, è stata una bella e divertente traversata, al limite superiore dell´escursionismo, su roccia buona. Ad alpinisti esperti e allenati non necessitano attrezzature specifiche. Occorre fare attenzione in discesa, specialmente per non smuovere sassi dall´alto, l’ uso del caschetto sarebbe consigliabile. Dalla vetta si apre un bel panorama sulle Alpi Carniche, le Dolomiti del Comelico e quelle Ampezzane. La zona alpinisticamente è poco frequentata.
Ci aspetta la spaghettata alla matriciana, ben meritata, in un’ ambiente caloroso al Rifugio Tenente Fabbro ( 1783m) del Valico Di Ciampigotto.

 

RITROVATE LE ESCURSIONI DI “COMELICO TREKKING” SUL CANALE YOUTUBE :

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